Oltre l’80% delle protesi di ginocchio possono durare più di 25 anni

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L’artrosi di ginocchio è una patologia estremamente diffusa nella popolazione, per la quale, ad oggi, l’unico trattamento “definitivo” è chirurgico tramite l’impianto di una protesi di ginocchio. Questa procedura rientra tra gli interventi di chirurgia ortopedica maggiore, e potendo presentare delle complicanze anche gravi e che richiedono chirurgie successive, nonché basandosi su materiali che, per il fatto stesso di essere tali, vanno incontro ad usura, suscita spesso paure ed ansie nei pazienti. Una delle domande più frequenti che viene chiesta al chirurgo è: ma quanto durano queste protesi? Quanto possono essere efficaci? Per avere un’idea più obiettiva e chiara si pensi che, solo nel 2017, nel Regno Unito sono state impiantate 106334 protesi di ginocchio in pazienti con età media di 69 anni. Chirurgie successive, di revisione, sono state eseguite invece in appena 6502 casi. Queste riguardano casi di infezioni protesiche, mobilizzazione delle componenti, usura, e traumi importanti. Generalmente si considera che una protesi di ginocchio ben posizionata, scevra da complicanze, abbia una durata di 15-20 anni, pertanto si tende a procrastinare l’intervento fino al raggiungimento di un’età più avanzata, con l’obiettivo di abbassare la necessità di un nuovo intervento, poiché questo sarebbe ovviamente più invasivo, demolitivo, e pesante per le condizioni generali di salute di un paziente. A fronte di questo, però, una nutrita schiera di pazienti di età adulta ma non propriamente anziana, continua a trovarsi in una condizione di sofferenza e disabilità continuando ad aspettare il raggiungimento di una fantomatica “età giusta per la protesi”. Uno studio del 2019, tuttavia, pubblicato da Evans sulla prestigiosa rivista The Lancet, è riuscito a portare nuova luce per questo gruppo di pazienti, fornendo dati più precisi sulla longevità degli impianti e quindi permettendo di indicare l’intervento anche ai pazienti più giovani affetti da gravi degenerazioni articolari, senza esporli a rischi aumentati. Lo studio in questione è definito “meta-analisi”, ovvero una profonda analisi critica di diversi studi pubblicati sullo stesso argomento, che seleziona quelli di livello scientifico più alto e ne confronta i risultati, di modo da delineare dei risultati oggettivi. L’analisi dei registi di impianto protesico nazionali ha fornito i dati più affidabili e sicuri, concludendo che:
  • Per le protesi totali di ginocchio, il 93% è risultato ancora indenne dopo 15 anni dalla chirurgia, il 90,1% a 20 anni, e ben l’82,3% si è dimostrato ancora valido ed efficace dopo 25 anni.
  • Per le protesi monocompartimentali, invece, a 15 anni la sopravvivenza è risultata del 76,5%, a 20 anni del 71,6%, e a 25 anni del 69,8%.
I risultati ottenuti da questa enorme analisi di casi, quindi, dimostra un’efficacia ben superiore a quanto aneddoticamente ritenuto, dimostrandosi molto rassicuranti. Ad oggi, un paziente che soffra di una condizione degenerativa invalidante caratterizzata da un dolore mal controllabile con i farmaci, una limitazione funzionale meccanica che interferisce con le normali attività ricreazionali e lavorative, e che quindi non possa più svolgere serenamente la propria vita, può sottoporsi con più serenità ad un intervento di sostituzione protesica. Anche se non ancora “abbastanza anziano”. E riprendersi la propria vita e le proprie abitudini senza più patire.  

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