Medicina Rigenerativa
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Gli ultimi anni si sono osservate sempre più evidenze circa l’esistenza di cellule in grado di riparare o rigenerare i tessuti danneggiati. La Chirurgia Rigenerativa, oggi, permette l’uso di queste cellule nella cura delle principali patologie di spalla e di ginocchio, in particolar modo per quanto riguarda le affezioni coinvolgenti cartilagine e tendini.
La cartilagine è il tessuto articolare fondamentale, spesso affetta da una degenerazione precoce, un’usura, scatenante l’artrosi e provocante dolore e progressive limitazioni al movimento. La maggiore criticità nel trattamento della patologia di questo tessuto è la sua assenza di vascolarizzazione, che ne impedisce la rigenerazione e ne inficia la riparazione. Evidenze recenti, tuttavia, hanno dimostrato la possibilità di innescare un processo di “biostimolazione” tramite l’applicazione locale di composti, fattori di crescita, o anche cellule staminali di derivazione adiposa, mitigando o superando questa criticità.
Al fallimento dei più comuni trattamenti non chirurgici è possibile ricorrere a procedura minimamente invasive quali le infiltrazioni. Nell’ambito dell’ortobiologia (la medicina rigenerativa applicata all’ortopedia), si distinguono in ordine crescente di “potenziale biologico”:
Come si svolge la procedura di infiltrazione con cellule MSC?
L’infiltrazione con MSC di origine adiposa consta di due fasi: prelievo dal grasso addominale, e infiltrazione intrarticolare.
Si esegue in regime di day hospital (non è previsto un ricovero), e dura circa 20 minuti.
In anestesia locale viene praticata una piccola incisione sulla pancia, di pochi millimetri, attraverso la quale viene prima infiltrata una soluzione di fisiologica e adrenalina, e successivamente viene posizionato uno strumentario dedicato per l’aspirazione del grasso. Questo grasso viene quindi processato per alcuni minuti con un kit monouso, per purificarlo e separare la porzione oleosa dalla porzione più nobile (frazione vascolo stromale). Il materiale preparato viene aspirato con una siringa dedicata e infiltrato nell’articolazione (nei casi di degenerazione articolare) o nel tendine o in sua prossimità (ad esempio nei casi di tendinosi della cuffia dei rotatori). Segue quindi la medicazione, che sarà con semplici cerotti per la zona infiltrata, e con un bendaggio compressivo sull’addome (da tenersi per circa 7 giorni).
I risultati di questa tecnica sono molto incoraggianti, e indicano l’artrosi e la tendinosi (e le lesioni tendinee parziali) come indicazioni elettive.
Uno studio recente su 1128 pazienti artrosici (dal II al IV grado, con 85% di pazienti obesi) ha mostrato rigenerazione cartilaginea a 6 mesi dalla procedura, portando gli stessi, a circa 12 mesi, ad aver raggiunto i risultati clinici dei pazienti più magri e con artrosi di grado inferiori. I ricercatori, quindi hanno concluso che la procedura si può considerare efficace, sicura e duratura, ma soprattutto in grado di migliorare la qualità della vita del paziente.
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