calcificazioni spalla dottor ortopedico luca dei giudici

introduzione

Le calcificazioni alla spalla sono sinonimo di una patologia nota come “tendinopatia calcifica“. Spesso asintomatiche, possono essere la causa di dolore improvviso e intenso associato a riduzione notevole del movimento e della funzionalità dell’arto superiore. Il trattamento non chirurgico si dimostra risolutivo nella maggior parte dei casi e solo raramente risulta necessario l’intervento in artroscopia.

CALCIFICAZIONI ALLA SPALLA: CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

La tendinopatia calcifica della spalla è una condizione di dolore diffuso causato da uno o più depositi di calcio nella cuffia dei rotatori, o nella borsa subacromiale. Si tratta di una malattia di per sè autolimitante che può essere spesso trattata con successo con la terapia conservativa. Una piccola parte di pazienti, tuttavia, continua a lamentare dolore per periodi prolungati.

La spalla destra è colpita più frequentemente Il paziente tipico è donna, giovane, con lavoro a bassa intensità L’incidenza delle calcificazioni varia dal 2,7% al 20%, presentandosi ad entrambe le spalle nel 20% dei casi. Si è osservata una maggiore frequenza nelle donne, con età media alla presentazione compresa tra i 30 e i 50 anni. La maggior parte dei pazienti svolge un lavoro sedentario o a bassa intensità, ha dolore alla spalla destra, e presenta una o più calcificazioni al sovraspinoso.

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Le calcificazioni alla spalla si localizzano entro i tendini o nella borsa subacromiale

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Il paziente tipico è donna, giovane, con lavoro a bassa intensità

CALCIFICAZIONI ALLA SPALLA: SINTOMI ED EVOLUZIONE

Una calcificazione alla spalla, quando non asintomatica (20% dei casi), può provocare dolore acuto e intenso, dolore notturno, limitazione del movimento. Gli stessi sintomi compaiono in nelle riacutizzazioni, associati ad un restrizione acuta o graduale del movimento. Frequentemente, inoltre, i sintomi della calcificazione di spalla si sommano a sintomi di altre patologie, spesso complicanze stesse della tendinopatia calcifica. Esempi sono la rigidità di spalla (capsulite adesiva), la rottura della cuffia dei rotatori, o l’osteolisi del trochite. La malattia presenta 3 fasi distinte: precalcifica, calcifica, e postcalcifica. Nella fase precalcifica si sviluppa una metaplasia fibrocartilaginea nel tendine. Un’area di tendine degenera e sviluppa un aspetto simile alla fibrocartilagine. Questa fase è raramente sintomatica. Lo stadio calcifico è diviso a sua volta in più fasi: formativa, di riposo, e di riassorbimento. In questa fase si sviluppano i sintomi. Lo stadio postcalcifico è quello in cui si completa il riassorbimento e corrisponde alla guarigione.

CALCIFICAZIONI ALLA SPALLA: DIAGNOSI

Il sospetto di tendinopatia calcifica insorge in base alla raccolta anamnestica, che parlerà di un dolore intenso e improvviso comparso in pieno benessere al risveglio mattutino. L’esame obiettivo rafforzerà il sospetto, indirizzando verso l’esecuzione degli esami diagnostici più opportuni.

Le radiografie standard e in proiezione ascellare sono indispensabili. Permettono la conferma della diagnosi e la localizzazione del deposito calcifico, necessaria per qualsiasi tipo di trattamento. L’ecografia muscoloscheletrica è un esame molto utile. Essendo però dipendente dall’operatore che lo esegue e tendendo alla sovrastima ricopre ancora un ruolo secondario. E’ indispensabile, invece, nei casi in cui vi sia la possibilità di eseguire un “barbotage” (o needling), un lavaggio di rimozione ecoguidata. La risonanza magnetica è utile nei casi cronici e riacutizzati, e nei casi refrattari al trattamento. Consente lo studio preciso di eventuali condizioni associate e quindi è consigliata in preparazione all’intervento chirurgico.

CALCIFICAZIONI ALLA SPALLA: TRATTAMENTO

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La fisioterapia è fondamentale per il mantenimento del movimento e il controllo del dolore

Il primo approccio è conservativo, non chirurgico, comprendente fisioterapia mirata, antinfiammatori, e onde d’urto. E’ pratica comune aggiungere anche un ciclo di infiltrazioni con cortisone, tuttavia gli studi disponibili non hanno fornito ancora evidenze chiare. Similmente, il “Barbotage“, ovvero il lavaggio ecoguidato, si inizia a diffondere come trattamento non chirurgico di successo ma non sono ancora disponibili studi ben condotti, e confrontabili tra loro, in grado di affermarne il beneficio rispetto ai trattamenti standard.

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Immagine artroscopica, spalla destra. Con strumento dedicato si rimuove la calcificazione dal tendine del sovraspinoso

La chirurgia, eseguita in artroscopia, è indicata per i pazienti che continuino a lamentare dolore e disfunzione dopo aver eseguito almeno 3 mesi di terapie conservative. L’intervento prevede la completa rimozione del deposito calcifico, cui seguirà nella stessa seduta la riparazione del tendine: con una riparazione completa, con ancora, se residua una lesione completa e ampia; o con una riparazione “side-to-side” se residua una lesione parziale o longitudinale. Il vantaggio principale della riparazione dopo rimozione della calcificazione è l’impedimento del peggioramento della lesione residua, permettendo al paziente un recupero migliore. Il recupero postoperatorio, tuttavia, è superiore rispetto ai casi in cui ci si limita alla sola rimozione della calcificazione.

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Immagine artroscopica, spalla destra. Rimossa la calcificazione si valuta la breccia residua per eventuale riparazione

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Immagine artroscopica, spalla destra. Tendine del sovraspinoso riparato con tecnica side-to-side

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